L’evoluzione dei tasti telegrafici moderni con presentazione completa

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Venerdì 25 novembre la Sezione ARI di Bergamo ha avuto il piacere di ospitare Giorgio Campiotti IZ2XBZ della sezione ARI di Brescia, che con il suo team Gianni IK2WZN, Mario IK2UZQ e Giovanni IW2NBL (ironicamente chiamate “le Vallette” da Giorgio) si sono prodigati per illustrarci la storia della telegrafia e l’evoluzione dei tasti telegrafici dalle origini a oggi, nonché a farci provare le ultime novità che ci offre il mercato.

La partecipazione è stata numerosa e appassionata e ha registrato la presenza di entusiasti e neofiti, dai più giovani ai più Old Man.

Giorgio ha esordito raccontandoci la nascita della telegrafia, la cui paternità, universalmente attribuita a Samuel Morse, deve essere condivisa con Alfred Vail, che è forse il vero inventore del Codice Morse e che fu comunque l’inventore del primo vero tasto telegrafico.

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tasto telegrafico Vail “Lever Correspondent”, 1846

Alla domanda dei presenti che riscontravano differenze nel codice Morse nell’immagine della locandina (la lettera O rappresentata con due punti) Giorgio continuava spiegando la differenza tra il codice originario, cosiddetto Americano, poi evoluto fino al codice Internazionale, da noi conosciuto e praticato.

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Samuel Morse – Patent U.S. #1647

Giorgio ci ha introdotto poi sulle caratteristiche generali dei tasti, come misurarli e come tararli, mostrandoci gli strumenti necessari, lo spessimetro e il dinamometro.

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Il tasto telegrafico, nato verticale, si trasformò in orizzontale (il cosiddetto Sideswiper, 1888) ad opera di J. H. Bunnell, che trovò un rimedio alla prima malattia professionale dei telegrafisti, l’epicondilite. Lavorare più di 8 ore al giorno al tasto telegrafico provocava infatti questo serio disturbo al gomito, che inabilitava il telegrafista all’esercizio della sua attività.

Traslare il movimento del polso da verticale a orizzontale fu il colpo di genio di Bunnel, idea poi ripresa e innovata da un grande telegrafista, Horace Martin, con i suoi tasti semiautomatici (bug), i rinomati Vibroplex.

I tasti semiautomatici erano chiamati così perché producevano la generazione automatica della sequenza dei punti, ma consentivano di eseguire linee di durata a piacere, il che era indispensabile nel codice americano, che prevedeva linee lunghe l’equivalente di tre punti, quattro punti (la lettera L) e cinque punti (il numero 0).

Dai semiautomatici si passò poi ai “Single paddle”, con contatti a circuiti elettrici separati, in grado di generare punti o linee spostando la paletta a destra o a sinistra, grazie ad una componente elettronica (il keyer).

Il passo successivo fu la nascita dei “Paddle”, tasti orizzontali a due leve, una per i punti e una per le linee, che con i keyer moderni consentono varie possibilità, tra cui la tecnica Squeeze, lo IAMBIC A e B, Ultimatic, ecc …

Conclusa la parte teorica della presentazione, Giorgio ci ha introdotto alla presentazione dei tasti in esposizione davanti a noi, categorizzati in base a criteri oggettivi, tra cui facilità di configurazione, rapporto di leva, prezzo, ecc.

A questo punto ci sono stati presentati singolarmente i tasti sistemati in bella mostra nella sala riunioni…

Il bug ha suscitato molto interesse e curiosità!

E a questo punto è iniziata la calca per la prova dal vivo, tutti pronti a “tastare” ! …

Anche i più giovani!

Una serata bellissima! (a parte la pioggia…)

Un caloroso grazie ai nostri ospiti!

Giorgio Campiotti IZ2XBZ, Gianni Onorati IK2WZN, Mario Mussini IK2UZQ, Giovanni Mazzotti IW2NBL

tnx a Roberto IZ2CPS e al direttivo ARI BG che hanno reso possibile questo incontro.

Maurizio ik2cnf

 

Si aggiunge la presentazione completa di Giorgio Campiotti IZ2XBZ in allegato:

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